Introduzione
Le cover crop (o colture di copertura) sono colture intercalari non produttive coltivate tra la raccolta di una coltura da reddito e la semina della successiva. Il loro carattere distintivo risiede nel fatto che non vengano attuate per ottenere una produzione utile bensì per conseguire i benefici agronomici e ambientali; l’intera biomassa da loro prodotta non viene infatti asportata ma interrata (sovescio) oppure allettata e lasciata sulla superficie del suolo come paciamatura.
Tra le loro molte funzioni, ricordiamo la capacità di assorbire i nitrati riducendone la lisciviazione, in questo caso viene indicata come catch crop (coltura trappola), l’apporto di sostanza organica al terreno, il miglioramento delle sue proprietà fisiche, chimiche e biologiche, la riduzione delle perdite di suolo per erosione e il controllo delle erbe infestanti.
Fino alla fine degli anni sessanta le colture intercalari destinate alla raccolta, principalmente erbai composti con specie a rapida crescita, erano ampiamente praticate dato che gli animali erano presenti nella maggior parte delle aziende agricole e la loro alimentazione era basata su un ampio uso di foraggi freschi. Inoltre erbai di leguminose da sovescio erano spesso coltivati per incrementare la disponibilità di azoto nel suolo. Successivamente, con la specializzazione degli indirizzi produttivi, l’avvento dell’alimentazione basata sugli insilati e la disponibilità di concimi azotati a basso prezzo, gli erbai hanno subito un inesorabile declino ed oggigiorno in molti sistemi colturali il suolo rimane nudo nel periodo tra la fine du una coltura da reddito e l’inizio della successiva.